Il Consiglio Comunale ultimo, prima delle ferie agostane,ha avuto anche per gli argomenti trattati diciamolo pure, un carattere familiare. Una strano discorso, ci è stato riferito, lo ha fatto il Consigliere Crisafi a proposito dello stralcio di una sua dichiarazione su Città verde del Veneto citato ed interpretato dall’Assessore all’Edilizia Privata Ballin nel precedente consiglio all’uopo dedicato , che a sostegno della tesi che tutti erano d’accordo sulla mega struttura ,cosi riferiva: “l’ex Assessore all’ambiente Crisafi Vincenzo auspicava di avere un grande parco nell’area di Veneto City”. Significando con ciò che il consigliere in questione veniva accontentato in quello che era un suo desiderio . Infatti cosa è Veneto City se non un grandissimo parco? Abbiamo telefonato al consigliere Crisafi e lo abbiamo pregato se gentilmente ci facesse un po’ la sintesi del suo intervento nell’ultimo Consiglio Comunale con particolare riguardo al “concetto di informazione” da lui ripreso ed interpretato. Così ci ha risposto e così trascriviamo: ” Caro Lucilio l’informazione non parla mai del fatto,ma informa il fatto cioè lo confeziona ad uso e consumo. Il credere che l’informazione è conoscenza dei fatti è un errore che scontiamo soprattutto nei nostri giorni. Si finisce con il confondere il soggetto con il complemento oggetto e con quello di specificazione così come fa l’Assessore Ballin quando nella mia frase che riporto di seguito testualmente crede che il soggetto sia Veneto City e non Dolo : “Se Dolo e l’intera Riviera del Brenta fossero cresciute come deve crescere una armoniosa cittadina avrebbe anche potuto sopportare la realizzazione di Veneto City, perché avrebbe contro-offerto per esempio la creazione di un grandissimo parco,di una viabilità diversa,di una economia diversa, di un modo di pensare diverso; avrebbe contro offerto- Dolo come armoniosa cittadina soggetto– in altri termini la garanzia della vivibilità nonostante Veneto City”. Tanto dovevo all’Assessore all’edilizia privata perché impari che anche in architettura c’è una sintassi da rispettare.
Caro Lucilio, già che ci sono se hai un po’ di spazio ti invio l’intera mia dichiarazione su Veneto City del 21/2/2008 visto che è stata pubblicata per intero quella di Ascari e ciò a significare che all’interno della maggioranza non tutti la pensavano alla stessa maniera. Allora in quota Rifondazione Comunista votai insieme con tutti gli altri consiglieri nessuno escluso ed all’unanimità ,il documento che dava mandato al Sindaco perché andasse a vedere le carte su Veneto City. Successivamente , e ci tengo a sottolinearlo,l’uscita dalla maggioranza della sinistra democratica fu perché venne silurata l’assessore Zoppellari e non certo fu per l’embrione Veneto City. La fiaccolata di protesta non aveva alcuna ragione di essere fatta se non per il motivo che ho appena espresso. Come sarebbe andata a finire se avessimo vinto le elezioni non è dato saperlo ma è certo che la mia dichiarazione non sarebbe stata cambiata e probabilmente se non si fossero date le giuste spiegazioni qualche nodo sarebbe arrivato al pettine. Così non e stato per l’attuale Amministrazione”.
A questo punto volentieri pubblichiamo per intero la dichiarazione del Consigliere Crisafi agli atti del Consiglio Comunale del 21/02/2008:
Soddisfazione per questo documento unitario che restituisce al Consiglio Comunale l’ultima parola in relazione a Veneto City e all’ambiente che lo circonda. A questo documento ha contribuito anche la nostra forza politica che, se considerata zavorra a livello di partito democratico nazionale, a livello locale è stata valutata e valorizzata come forza non demagogica non oscurantista ,ma costruttiva nei termini in cui deve esercitarsi la giusta critica ed in relazione anche alla responsabilità dell’Amministrare. Questo documento così concepito non rappresenta una fuga in avanti-e per questo ci convince- ma vuole mettere con le spalle al muro Regione e Provincia. Poi lo ripeto ognuno di noi potrà esprimere un giudizio finale che per forza di cose sarà un giudizio etico.. L’etica dell’ambiente non è una disciplina accademica come qualcuno può pensare.(mi soffermo un attimo su questo argomento visto che nell’ultimo Consiglio qualcuno non ha colto il senso di questa mia affermazione) I problemi che l’etica dell’ambiente si pone sono quelli di una società e di un mondo sostenibile. Per questo, il suo compito è sottoporre a un’analisi critica i modelli teorici e gli stili di vita che ci vengono proposti. Ciò si può fare in molti modi. Il primo è affermare che l’essere umano non è l’unico depositario di un valore morale, ma che questo valore può essere egualmente riconosciuto a tutto ciò che esiste in natura, sia esso una pianta, un animale o un paesaggio.. Alla base di questo nuovo paradigma interpretativo sta la lezione dell’ecologia, “la scienza comprensiva delle relazioni tra l’organismo e l’ambiente”: gli individui (umani e non umani) isolati dall’ambiente sono una pura astrazione, esattamente come lo sono i singoli esseri umani isolati dalla società. Guardare in un’ottica non predatoria la natura significa fronteggiare le contraddizioni sociali,economiche e politiche. Ecco perchè parlo di giudizio etico.
Stante così le cose però un’ anticipazione di giudizio che ancora non è quello finale fa fatta. La Riviera del Brenta e Dolo in particolare non hanno una personalità tale da sopravvivere ad un eventuale Veneto City. Si parla tanto di mala sanità ma non ho mai sentito parlare di male ingegneria di mala architettura di mala urbanizzazione eppure in questi anni anzicchè ad una personalizzazione abbiamo assistito ad una depersonalizzazione di zone che avrebbero dovuto avere vocazioni diverse. Basti vedere cosa è Cazzago di Pianiga, un insieme di palazzoni già divorziati dall’ambiente in cui sono posti. Mala ingegneria, mala urbanizzazione mala redazione di piani regolatori. Un paese finto .E cosa dire dell’impianto edificatorio posto vicino all’ex macello? Uno dei posti più belli di Dolo e direi dell’intera Riviera del Brenta. Qual’’è il legame che unisce l’edificato alla storia, al paesaggio? La zona vacanziera dei Dogi è stata trasformata in ibrido che vorrebbe avere velleità di città ma che non ha saputo conquistarne le caratteristiche. Accanto a questo aspetto c’è poi quello commerciale. Quale rinnovamento c’è stato a fronte di una crescita qualitativa della domanda? A Dolo per esempio c’è un’unica libreria ma non trovi mai il libro che vorresti avere, per cui devi andare a Mestre o a Padova oppure lo devi ordinare ed aspettare un mese se ti va bene. La stessa cosa se vuoi uno spartito musicale , se vuoi una cosa diversa dal solito devi emigrare. A parte qualche commerciante intelligente che ha saputo organizzarsi c’e il vuoto assoluto. Si cerca di rianimare questo malato con inziative che però alla fine non sono strutturali e pertanto non servono ma sono palliativi che ne prolungano l’agonia. Quello che voglio dire che se Dolo e l’intera Riviera del Brenta fossero cresciute come deve crescere una armoniosa cittadina avrebbe anche potuto sopportare la realizzazione di Veneto City ,perchè avrebbe contro-offerto per esempio la creazione ( è nel libro dei sogni di questo assessorato)di un grandissimo parco, di una viabilità diversa ,di una economia diversa,di un modo di pensare diverso; avrebbe contro offerto in altri termini la garanzia della vivibilità-nonostante Veneto City, che attualmente non riusciamo francamente a vedere. Siamo pronti a rivedere questo giudizio qualora le condizioni poste venissero realizzate. Cominciamo invece a creare i presupposti di una città futura senza essere più distratti da problematiche che non sono affatto urgenti. Dolo 21/2/08
Vincenzo Crisafi