Gran bella scuola il Liceo Classico, almeno ai miei tempi e cioè cinquantasette anni fa. Internet allora non si poteva neanche prevedere che potesse diventare uno strumento di conoscenza e di approfondimento, almeno ad averlo saputo correttamente usare. In compenso la maggior parte degli aforismi, delle massime delle frasi celebri che oggi imperversano sul blog personale o su facebook, in quei famosi tempi eravamo abituati ad estrapolarli dall’intera lettura dei testi dove erano contenuti. I più gettonati sono i detti dei poeti latini e greci oltre a quelli dei filosofi da Platone in poi ed è qui che mi sorge un dubbio. Chi cita per esempio la frase “ Non ubbidisco dentro me a nessuno, salvo che alla ragione “ ha mai letto interamente il Critone? Oppure ha semplicemente digitato sul proprio computer la parola ragione? Se fosse vera la seconda ipotesi allora lo scrivano moderno non avrebbe fatto niente altro che appiccicare un francobollo su una busta vuota di contenuto. Voglio sperare che non sia così, ma se così fosse mi e vi auguro che davanti ad una frase celebre o a un titolo di un libro o ad un aforisma sconosciuto si faccia un percorso inverso e cioè si vada alla fonte a bere un po’ di acqua prima di affrontare un percorso che sicuramente lo arricchirà. Così come Sisifo che fa prima un percorso e poi l’inverso dando cosi un senso all’assurdo. A proposito, tanto per incominciare l’incamminamento, assurdo da dove deriva? Ecco che l’etimologia della parola ci aiuta, significa semplicemente dissonante e deriva da absurdu(m) ed è vero anche, che ci siamo incasinati perché poi inevitabilmente dobbiamo andare a leggere o rileggere Camus, Sartre, Deleuze ed altri. In fondo avevano ragione Eduardo e Carmelo Bene che affermavano che come a teatro bisogna complicarsi la vita.
A noi importa leggere abbastanza per non ripiombare in un analfabetismo culturale di ritorno.