Quanti della vecchia generazione, si fa per dire, ha ancora nelle narici e dunque nel bulbo olfattivo l’odore inconfondibile delle vecchie librerie? Vero è che gli odori possono far riapparire antichi ricordi e risvegliarne la memoria come affermava Proust nella sua ricerca del tempo perduto. Ricordo la mia prima elementare quando accompagnato dai genitori sono entrato nel negozio degli odori sacri per acquistare l’abbecedario. Odori nuovi e particolari per nuove connessioni neuronali che mi sarei portato per tutta la vita. Come l’incenso che brucia nell’ostensorio.
Un libro per le labbra e le labbra per un libro, questa frase che è mia sarà mia per tutta la vita ed è legata a ricordo di mia madre quando leggendo muoveva silenziosamente le labbra come per gustarne il contenuto. Odori e sapori che erano solo lì, nelle vecchie librerie dove ci si incontrava con il professore di latino e greco che spiava i tuoi gusti ed alla fine te ne uscivi fuori con le strofe alcaiche di Orazio mentre forse avresti voluto acquistare l’Isola del Tesoro o le Avventure di Sandokan.
Ora le vecchie librerie chiudono i battenti perché sorpassati dal tempo che non è più circolare come le stagioni, ma orizzontale, come se ci fossero altri orizzonti da scoprire! Odori e sapori che lasceranno il posto all’anosmia e alla disgeusia. Nel nostro percorso in orizzontale non facciamo altro che spostare la verità sempre più in là e mai destinati a raggiungerla, da qui la nostra sconfitta. La tecnica ha soppiantato la circolarità e la verticalità della nostra vita ed è diventata il nostro Dio, un Dio che non ci fa più assaporare il vero sapore di una mela o di una ciliegia, ma che ci offre paradisi artificiali dove anche l’odore di una vecchia libreria è memoria da cancellare e senza possibilità di un reset del computer. Cosa sia rimasto del gusto e dell’odore della vita non è dato sapere.