“ Trattatela come una Regina” recitava Alberto Sordi in un famoso film rivolgendosi alla suora che accompagnava la madre in Casa di riposo. Film che narrava come la famiglia incominciava a disgregarsi e considerava i propri genitori un peso insopportabile in una generazione che stava cambiando. Non più la società circolare dove l’anziano aveva il suo ruolo, ma una società in continuo sviluppo lineare dove chi restava indietro era perduto. Il concetto di famiglia come lo intendeva la mia generazione non c’è più. Mai e poi mai, almeno nel meridione d’Italia “sotto sviluppato” si sarebbe potuto pensare di rinchiudere il proprio genitore in una casa che non era la sua casa . Questo è il punto: allontanare il proprio congiunto anziano dal suo focolare domestico significa avviarlo ad una morte non serena e non c’è alibi che tenga, anche se il luogo di destinazione finale si chiama Casa di riposo o Residenza sanitaria assistenziale oppure Pio Albergo. Al disorientamento di non trovarsi più tra le proprie mura si aggiunge il senso di inutilità del proprio esistere. Ecco Alberto Sordi nel suo film se la cava con la propria coscienza convincendosi che la madre anziana sarà trattata come una Regina. No, gli anziani in Casa di riposo non verranno trattati né come Re né come Regine. Molti avranno perso anche la memoria di essere stati padri e madri e di aver avuto dei figli che adesso vanno a trovarli la domenica. Ricordo un anziano che nonostante fosse in Casa di riposo da due anni continuava a cercare inutilmente l’interruttore della luce della sua nuova camera a destra perché nella sua vera casa era destra della porta e non a sinistra. E gli anziani malati e ingestibili? Beh il Covid – 19 qualcosa avrà pure insegnato. Purtroppo anche nel meridione d’Italia, sebbene con un certo ritardo le cose stanno lentamente cambiando. In peggio si intende.