” Passata è la tempesta : odo augelli far festa , e la gallina, tornata in su la via, che ripete il suo verso”.
L’incipit della poesia di Giacomo Leopardi mi offre il destro per dire che da noi la tempesta non è cessata anche se qualcuno ripete il verso della gallina che invita alla festa del nuovo giorno. Mi riferisco alla tempesta che sta imperversando nel mondo e che sta sradicando credenze e certezze e il cui nome è Coronavirus. Come gli augelli e le galline vorremmo tornare in su la via per cantare il verso poetico del finito e del ricominciare e invece ora il verso è diventato un pragmatico vertere, un volgere all’ingiù del pollice. La poesia e la filosofia come ” sorelle rivali” oggi più che mai si mostrano coesistenti, facce della stessa medaglia; solo che una si affida alla certezza del dimostrato, l’altra ascolta e si affida alle parole incerte pescate dal profondo del pozzo. Forse solo da quel fondo che solo i poeti sanno esplorare c’è la parola salvifica di cui ora tutti abbiamo bisogno.