E’ cominciato a Dolo lo scontro elettorale. Per la verità fino ad ora sul ring è salito soltanto il pugile del centro destra sostenuto da altri pugili peso piuma. Pugni dati a vuoto e senza colpire il bersaglio, dati solo per riscaldarsi e riscaldare la già soffocante aria ferragostana. Il dito di San Rocco, forse il medio , ma non come “ digitus impudicus erectus” è stato portato in processione per le vie del centro dopo cento anni come preziosa reliquia di ciò che è rimasto di un Santo che , nella credenza popolare, ha sconfitto la peste. Da sconfiggere oggi non è soltanto il Covid-19, ma la mala fede di chi alle prossime elezioni si appresta a criticare una giunta, che pur commetendo qualche errore ( alzi il “dito” chi è esente da colpe) ha operato bene. Diranno che si poteva fare di più e meglio e che loro, i seguaci di Salvini e Meloni, sono quelli che hanno la ricetta per risollevare l’ospedale di Dolo( Zaia docet), dare sicurezza ai cittadini, rispettare l’ambiente evitando cementificazioni selvagge ( Zaia arridocet ) e soprattutto anestetizzare con le loro litanie il popolo dolese.
Mi viene qualche dubbio sul significato del dito di San Rocco!