A Trieste un malato di schizofrenia ha ucciso due poliziotti. Fatto grave e nel contempo triste. Grave perché all’interno di un ufficio di pubblica sicurezza una cosa così non dovrebbe mai succedere. Triste perché non si ha un colpevole da condannare . La schizofrenia è un grave disturbo dissociativo della mente della persona e come tale non può essere colpevolizzato. La chiusura dei manicomi voluta da Basaglia ha inteso restituire dignità al malato psichiatrico, ma il prezzo da pagare è l’imprevedibilità di un gesto inconsulto da parte di chi è specialmente affetto da schizofrenia. Possiamo definire “assassino infame “ chi in un momento dissociativo fra voci di dentro e realtà commette un omicidio? La risposta non ammette ipocrisia né demagogia. Quanto meno però gli psichiatri dovrebbero segnalare e descrivere almeno alle forze dell’ ordine quei casi che suppongono possano essere nocivi . L’imprevedibilità di un gesto, almeno in certi luoghi, potrebbe diventare prevedibile. Non così può succedere al comune cittadino che passeggiando tranquillamente viene colpito a morte da un tale comandato da una voce estranea sentita come sua. Non se ne esce fuori. Rimane il fatto grave e triste di quanto siamo fragili e indifesi davanti a certe storture della natura.