La prima volta che nella tragedia greca compare il deus ex machina è nel Filottète di Sofocle. Scritta nel 409 a.C Filottete è consigliato e convinto da Eracle (deus ex machina) ad imbarcarsi per Troia perché senza il suo arco la guerra sarebbe stata persa. A Dolo, piccolo borgo della Riviera del Brenta, Eracle ha stabilito da molti anni la sua dimora e senza perdere la sua antica passione di consigliare e convincere ha ritrovato nell’Amministrazione del Borgo il suo Filottète a cui dare, ex machina, consigli per il bene comune non senza argomentazioni appropriate e puntuali. Più volte qualche amministratore sacrifica un bue o un agnello macellati in giornata per avere preziosi suggerimenti su questioni che , per propria incompetenza , non sa risolvere. Sia chiaro che non c’è niente di male affidarsi ad entità superiori, anzi nell’accettare e nel farsi spugna del dono si dimostra non l’uguaglianza, ma l’equivalenza fra l’eroe e l’uomo. Così è scritto nello Zarathustra.