Giuseppe Ungaretti scriveva che la morte si sconta vivendo, oggi sarebbe il caso di dire che la vita si sconta morendo. Si vive nell’età della tecnica, non è più la natura a dominare la ragione ma è la ragione che pretende,violentandola, di dominare la natura. Uno dei tanti esempi di questa violenza riguarda l’aria che respiriamo. Non si respira più ‘aria limpida e tersa piena di ossigeno, ma biossido di azoto, benzene,polveri sottili e pesanti. A Dolo così come in altre parti del pianeta dove la tecnologia è più avanzata sappiamo che per vivere dobbiamo morire così. E’ anche vero che la tecnica non ha nè fini né scopi, essa opera senza finalità di bene o di male, ma è altrettanto vero che i prodotti tecnologici vengono usati dall’uomo il più delle volte a scopi distruttivi non rispettando più quell’enorme ricchezza che è l’ambiente in cui viviamo.
Lo si intuiva, come per decenni lo si era intuito per il fumo di sigaretta : lo smog causa il cancro ai polmoni .
L’analisi di una ricerca durata tredici anni in nove paesi europei è allarmante: ogni dieci microgranmmi di PM10 in più per metro cubo d’aria fanno aumentare il rischio di tumore al polmone di circa il 22%. Percentuale che sale al 51% per un particolare tipo di cancro, l’adenocarcinoma,che colpisce i polmoni anche in un significativo numero di non fumatori.
Le centraline che continuano a segnalare sforamenti nelle concentrazioni di PM10 e biossido di azoto sono come il termometro che misura la temperatura e Dolo ha la febbre. Facciamo gli struzzi o cerchiamo di fare qualcosa anche noi per contribuire nel nostro piccolo a migliorare l’aria che respiriamo? Eppure continuiamo a cementificare, a distruggere suolo, ad aumentare il traffico veicolare, ci consorziamo con altri comuni per questo, non per rendere omogeneo un territorio in termini di vivibilità e di sostenibilità ambientale. Intanto a Taranto si continua a morire di inquinamento perchè se devi lavorare la vita la devi scontare cosi. E’ questa l’amara conclusione che tutti noi dobbiamo accettare?